Ancora tre giornate di vita per il Teatro San Martino di Bologna: da domani a sabato, l'arena di via Oberdan sarà sede di un'intensa carrellata di atti performativi e dibattiti, il frutto dell'iniziativa di una decina di ragazzi cresciuti in quello spazio e che hanno tentato di mettere in campo una reazione dal basso al commiato di Fortebraccio teatro. Non sarà però un tentativo estremo di scongiurare l'uscita della compagnia di Roberto Latini né di trovare una mediazione con gli enti locali o la proprietà. Sarà semmai l'occasione di osservare dall'alto un sistema - quello teatrale - che perde pezzi di continuo su scala locale e nazionale, con la speranza di raccogliere riflessioni e analisi in grado di ripensare il modello e di rivitalizzare, di conseguenza, tutto il sistema degli spazi teatrali.
"Non abbiamo richieste se non
quelle di capire - scrivono i ragazzi in una nota - Come fare, cosa fare, se si può ancora fare
qualcosa. Partire dal nostro, invitare tutti in questo luogo che è
stato così importante negli anni, ritrovarci insieme. Proposta
attiva per spargere il seme di una speranza. Speranza che altri spazi
non vadano chiusi, altre idee perdute. La nostra non è
un’occupazione - spiegano -. Tre giornate autofinanziate e autogestite che
abbiano il colore dell'unità nelle differenze. Raccogliere
esperienze, idee. Lavori. Percepiamo una crisi ormai conclamata nelle
nostre parole e nei nostri corpi. La cultura può essere un nuovo
baricentro, un motore trainante attivo? Lanciamo il sasso nell'acqua
in attesa che i cerchi si propaghino".
Si parte domani a mezzogiorno con un'assemblea. Poi inizieranno le performance che per tutte le tre giornate si alterneranno a momenti di dibattito. Qui trovate programma e adesioni.
Di Teatro San Martino si è parlato oggi anche in Consiglio Comunale, con un intervento a inizio seduta della capogruppo di Sel, Cathy La Torre: "ogni tentativo va fatto - ha detto - per salvaguardare una realtà come il Teatro San Martino che è stata in grado di offrirci per tre stagioni un ricco cartellone di spettacoli e incontri con registi, performer, attori, danzatori e di intraprendere un percorso formativo per giovani attori e attrici. Se non fosse possibile mantenere in uso quello spazio - ha aggiunto la consigliera - alle Istituzioni chiedo di impegnarsi perché vengano preservate le produzioni e il percorso formativo. Uno spazio che chiude - ha concluso - è sempre una sconfitta, una perdita, una possibilità sottratta alla ricchezza della città".
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